Questa tecnica terapeutica nasce dalla ricerca e dalla esperienza più che ventennale del suo scopritore, l’agopuntore danese, John Boel ed è utilizzata soprattutto nella cura delle patologie oculari. Consiste nell’infissione di aghi in prossimità delle piccole articolazioni delle mani e dei piedi e consente di ottenere risultati insperati in molte patologie degenerative, non ha effetti collaterali ed é compatibile con qualsiasi terapia in atto.

Gli aghi sono di acciaio, monouso, sterili, sottilissimi e vengono posizionati lontano dagli occhi per ottenere un effetto reflessologico: si stimola un punto per ottenere un risultato in un altro punto.

La terapia prevede 10 sedute di attacco, una al giorno per 5 giorni alla settimana, in due settimane consecutive. Ogni seduta prevede 2 applicazioni di aghi separate da circa un’ora di pausa. Il dolore che si sente alla applicazione dell’ago è sovrapponibile a quello della agopuntura tradizionale cinese: si sente nell’attimo della infissione dell’ago e poi scompare.
In seguito si ha un diradamento delle sedute fino ad arrivare ad un mantenimento che varia a seconda della patologia e della risposta del paziente. Nei giorni successivi ci possono essere, oltre al miglioramento visivo, effetti collaterali positivi quali attenuazione o scomparsa di dolori osteoarticolari in varie parti del corpo, migliore qualità del sonno, rilassamento generale, attenuazione degli acufeni e/o potenziamento dell’udito, miglioramento della temperatura in mani e piedi freddi e attenuazione o scomparsa di crampi e formicolii.

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