Il termine cheratocono deriva dal greco e precisamente dalle due parole keratos che significa cornea e konus che vuol dire cono. Il significato è quindi quello di cornea a forma di cono. Si tratta infatti di una condizione in cui la cornea perde la sua normale forma sferica per deformarsi a forma di un cono irregolare. Si stima che ne sia affetto un abitante ogni 1500, in genere riguarda entrambi gli occhi anche se spesso in misura diversa.
Scopri sintomi e cura per il Cheratocono
Cosa é ?
Quali le cause del Cheratocono?
Tale deformazione è dovuta ad una alterazione della struttura della cornea che, per una minore rigidità, diventa progressivamente più sottile e si sfianca. Le cause del cheratocono sono sconosciute, ma si ritiene che la genetica ne favorisca l’insorgenza e fattori esterni ne condizionino l’evoluzione.
Significato
Deriva dal greco e precisamente dalle due parole keratos che significa cornea e konus che vuol dire cono. Il significato è quindi quello di cornea a forma di cono.
Prevenzione
Poiché si tratta di malattia genetica non è possibile prevenirla. E’ indispensabile la diagnosi precoce per fermarne la progressione. Arrivare tardi può significare dover ricorrere al trapianto di cornea.
Terapia
Dal 2005 è stata messa a punto una tecnica chirurgica: il cross linking che ha la funzione di rendere la cornea più rigida, quindi meno deformabile, ostacolando l’evoluzione della malattia.
Cosa comporta il Cheratocono?
Poiché la cornea rappresenta la principale lente dell’occhio, la sua deformazione determina una perdita della visione nitida. Nel cheratocono la perdita della normale struttura della cornea avviene in modo irregolare ed asimmetrico e quindi se all’inizio la vista può essere corretta con l’uso di occhiali poi spesso questo non è più possibile. È necessario ricorrere allora all’uso di lenti a contatto particolari spesso studiate sulle misure specifiche dell’occhio della persona. Nei casi più avanzati sia per l’eccessivo assottigliamento della cornea che può portare a una sua perforazione sia perché nemmeno con la lente a contatto si riesce più a recuperare una buona vista può diventar necessario eseguire un trapianto della cornea.
Come si manifesta e progredisce?
Si manifesta nella pubertà o in giovani adulti con un aumento della miopia e un peggioramento visivo che non si può correggere bene con gli occhiali. Il cheratocono può stabilizzarsi spontaneamente o evolvere con velocità diverse, ogni caso ha una sua storia: può evolvere in modo più o meno rapido per poi stabilizzarsi intorno ai 40 anni, ma in alcune persone però può progredire anche oltre.
Come si previene?
Siccome è una malattia ereditaria non è possibile prevenirla ed è indispensabile la diagnosi precoce per fermarne la progressione. I primi sintomi, soprattutto se si tratta di un adolescente, non sono da sottovalutare ed è bene non attendere prima della visita oculistica che potrà porne la diagnosi. Arrivare tardi può significare dover ricorrere al trapianto di cornea, intervento molto invasivo, rischioso e con risultati visivi limitati.
La diagnosi per il Cheratocono?
Per la diagnosi durante la visita oculistica sono necessari alcuni esami strumentali come la topografia corneale, per valutare la curvatura della cornea, e una pachimetria corneale che ne misura lo spessore in ogni punto. In base alla forma e allo spessore della cornea, oltre alla possibilità di una correzione ottica utile, si deciderà se continuare con i controlli oculistici o procedere all’intervento di cross linking.
Come si cura il Cheratocono?
Fino al 2005 non esistevano cure in grado di contrastarne l’evoluzione e spesso la cornea si assotigliava e sfiancava al punto da rendere necessario un trapianto di cornea. Ora esiste una tecnica chirurgica chiamata cross linking che rende la cornea più rigida e quindi molto meno deformabile ostacolando o arrestando l’evoluzione della malattia. Il cross linking è un intervento minimamente invasivo: si tratta di esporre la cornea a raggi ultra violetti dopo averla sensibilizzata con l’instillazione ripetuta di un collirio a base di riboflavina. Questo intervento ha concesso a molte persone di evitare il trapianto di cornea e conservare una buona visione sia naturale che con occhiali o lenti a contatto secondo il loro stadio di malattia. Risulta quindi molto importante una diagnosi precoce per valutare l’indicazione al cross linking e fermare l’evoluzione della malattia.