Oggi più che mai sentiamo parlare di prevenzione. È importante però capire che prevenire non significa solo fare visite oculistiche ed esami diagnostici regolari ma, soprattutto, correggere le abitudini di vita di ogni giorno che ci allontanano dalla salute. Le cure mediche da sole non bastano a garantire una condizione di benessere se il nostro comportamento non è la prima fonte del nostro stare bene.
Fare prevenzione vuol dire eliminare o ridurre il più possibile tutti i fattori che possono favorire malattie e abituarci ad avere ogni giorno comportamenti che, in modo naturale e senza effetti collaterali, ci rendano forti e sani.
Possiamo identificare diversi tipi di fattori di rischio. Ci sono fattori di rischio sui quali non possiamo intervenire, come per le malattie genetiche e l’età avanzata. Anche per questi fattori non modificabili però, entro certi limiti, con una vita sana è possibile contenere una espressione genetica patologica e le limitazioni naturali date dalla vecchiaia. Ad esempio chi ha famigliari con diabete e ne è predisposto avrà molte più probabilità di ammalarsi se sarà obeso e non farà alcuna attività fisica. Chi da anziano si manterrà attivo fisicamente e intellettualmente tenderà ad avere una qualità della vita superiore.
I fattori di rischio parzialmente modificabili si riferiscono all’incidenza di malattie legate a fattori socio-economici, dell’ambiente e del lavoro. Queste condizioni richiedono molto tempo per essere modificati e coinvolgono importanti scelte sociali.
Infine i fattori di rischio modificabili sono legati alle nostre scelte: alimentazione, fumo, alcolici, sedentarietà…
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha indicato che i fattori che determinano lo stato di salute sono legati per il 30% a fattori genetici, per il 30% a fattori socio-economici, per il 30% allo stile di vita e per il 10% all’azione di servizi medici.